RASSEGNA STAMPA

IL MANIFESTO - Impunità per De Gennaro

Genova, 8 ottobre 2009

Impunità per De Gennaro
Scagionato anche l'ex capo della Digos Mortola. A giudizio l'ex questore Colucci
L'ex capo della polizia assolto per la scuola Diaz: «Non istigò al falso»
Il superpoliziotto ora a capo del Dis scagionato dall'accusa di istigazione alla falsa testimonianza nei confronti dell'ex questore di Genova. Ma le ombre rimangono molte. Applausi bipartisan alla decisione dei giudici, anche il Pd si complimenta. Heidi Giuliani: «È un intoccabile». Cala il sipario sui processi di primo grado per i fatti di Genova. E ora tocca ai manifestanti accusati di devastazione

Sara Menafra

Se pure il responsabile sicurezza del pd Marco Minniti si affretta a chiamare De Gennaro per complimentarsi dell'assoluzione, vuol proprio dire che per l'Italia va bene così. Ieri mattina, alla chiusura del rapido rito abbreviato con cui l'ex capo della polizia era stato portato in giudizio, il gup Silvia Carpanini ha perdonato sia lui sia l'ex dirigente della Digos Spartaco Mortola. Entrambi erano accusati di un reato orribile quando si parla di pubblici ufficiali, specie se agli alti livelli della polizia di stato: istigazione alla falsa testimonianza nei confronti dell'ex questore di Genova Francesco Colucci. Anche la falsa testimonianza in questione era una storiaccia. A Colucci era stato chiesto di testimoniare il falso durante il processo per il pestaggio nella scuola Diaz, avvenuto il 21 luglio 2001 alla fine del G8 genovese. Doveva dire e disse che a comandare la polizia al momento dell'incursione nel dormitorio no global era stato l'unico funzionario la cui posizione era stata archiviata durante le indagini preliminari (in modo da mettere in mora l'intero processo). E che il capo della polizia Gianni De Gennaro non era mai stato consultato. Neppure per valutare se - come poi accadde - fosse utile inviare sul posto il capo dell'ufficio stampa del Viminale, Roberto Sgalla per fargli dire che la scuola era piena di manifestanti pericolosi e armati. Durante le indagini preliminari Colucci aveva ammesso che era stato De Gennaro a proporgli l'intervento dell'ufficio stampa. In udienza il particolare doveva cambiare, in modo da escludere definitivamente il nome del Capo. Stando alla sentenza di ieri Colucci cambiò idea per proprio conto, visto che lui è l'unico che, sempre ieri, è stato invece rinviato a giudizio.
Ovviamente, c'è un particolare insanabile. Messa così, non si capisce che senso abbiano tutte le intercettazioni fatte dalla procura sull'argomento. A cominciare dalla prima in cui parla Colucci: «Sono stato dal capo oggi. Io devo rivedere un po' il discorso di quello che ho dichiarato di Sgalla. Questo serve per aiutare i colleghi... Siamo stati un'oretta, un'oretta insieme stasera». All'altro capo del telefono c'è Spartaco Mortola, l'allora capo della Digos genovese. Quello che Colucci chiama qualche giorno dopo per farsi dire che cosa è successo alla Diaz: «Ma perché ci siamo andati? Quanti arresti abbiamo fatto?». Conseguentemente non si capisce neppure perché, il 3 maggio 2007, all'indomani della deposizione in aula, Colucci si affretta a vantarsi sempre con Mortola: «Ieri sera ho chiamato Manganelli. Dico guarda Anto... Sei stato bravo, è andato tutto molto bene, ce l'hanno detto gli avvocati. Poi dice: guarda, se il capo vuole maggiori ragguagli, gli ho detto, se vuole sapere qualcosa io sono qua, che devo fare, vengo a Roma? Ma penso che non ci sia bisogno perché il capo ha dei referenti». E ancora: «Poi stamattina m'ha chiamato il capo. Dice li hai, li hai, li hai, li hai maltrattati una cosa del genere. Li hai.. li hai... gli hai fatto la..., come ha detto, li hai... e no sbranati, li hai... va be insomma, una frase ha detto.n senso positivo, chiaramente. Che era contento eccetera. Ho saputo da Ferri che anche Caldarozzi (Gilberto, imputato alla Diaz, capo dello Sco ndr) e Gratteri (Francesco, anche lui imputato, divenuto capo del Dipartimento nazionale anticrimine, ndr) sono stati contenti, diciamo, di questa... Luperi (Giovanni, dirigente del Dipartimento analisi dell'Aisi, ndr) è rimasto contento. E basta. D'altra parte è uno scenario nuovo si è aperto per colpa mia diciamo».
Valutando le condotte di De Gennaro e Mortola, i pm Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini si erano mantenuti su una linea mediana: proponevano due anni per il capo della polizia Gianni De Gennaro e un anno e quattro mesi per Mortola. Non il massimo, ma una sanzione commisurata al ruolo degli imputati e alla gravita dell'istigazione a dire il falso in un processo importante come quello sulla Diaz. La gup Silvia Carpanini ha impiegato quindici minuti di camera di consiglio per respingere l'intera ricostruzione con formula piena: De Gennaro e Mortola assolti per non aver commesso il fatto, Colucci rinviato a giudizio. Applausi da Pd e Pdl all'unisono. Fuori dal coro Haidi Giuliani, madre del ragazzo ucciso in piazza il giorno prima: «Non sono stupita, De Gennaro è un intoccabile».
«È stata riconosciuta l'estraneità e l'assenza di qualunque interesse o movente per De Gennaro di fare modificare la versione dei fatti di Colucci», ha commentato il difensore di De Gennaro, Carlo Biondi. «Semmai è vero il contrario», ribatte l'avvocato di parte civile Laura Tartarini: «Se il gup ha deciso di mandare a giudizio Colucci, vuol dire che un principio di prova sulla falsa testimonianza c'è, che qualcuno ha mentito sul processo Diaz. Poi il giudice non ha ritenuto di approfondire su chi l'abbia pilotata e su questo punto bisognerà leggere le motivazioni». Per domani è attesa anche la sentenza d'appello per i 25 manifestanti considerati responsabili degli scontri. In quell'aula si respira tutt'altra aria.